Jobs Act: corte di giustizia europea chiamata a valutare compatibilità con EU

[vc_row css=”.vc_custom_1569880616477{padding-right: 7% !important;padding-left: 7% !important;}”][vc_column][vc_column_text]Il Tribunale di Milano ha chiesto alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla conformità al diritto dell’UE delle norme in materia di licenziamento collettivo previste dalla legge italiana sul lavoro.

Con sentenza del 5 agosto 2019, il Tribunale di Milano ha deferito alla Corte di giustizia europea le disposizioni che disciplinano i licenziamenti collettivi previsti dall’articolo 10 del decreto legislativo italiano 23 del 2015 (la cosiddetta “legge sul lavoro”) per una valutazione.

Il Tribunale di Milano ha chiesto una pronuncia pregiudiziale, per verificarne la compatibilità con il diritto comunitario.

Secondo tali disposizioni, una diversa sanzione si applica ai lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 se il datore di lavoro ha violato i criteri di selezione dei lavoratori da licenziare a seguito di una procedura di licenziamento collettivo.

La legge sul lavoro prevede che, in questa situazione, l‘unica possibilità di ricorso per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 sia il pagamento di un’indennità economica e non il loro reinserimento sul posto di lavoro (quest’ultimo ricorso è ora disponibile solo per i lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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