Safer internet day 2020: secondo l’Unicef 1 studente su 5 salta scuola per cyberbullismo

[vc_row css=”.vc_custom_1581416766862{padding: 7% !important;}”][vc_column][vc_column_text]Oggi 11 febbraio 2020 è il “Safer internet day”, giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi che comporta utilizzare internet istituita nel 2004 dall’Unione europea.

Secondo un sondaggio condotto dall’Unicef tramite la piattaforma U-Report, su 170mila giovani di 30 paesi che hanno partecipato, uno su tre ha vissuto esperienze di cyberbullismo e uno studente su cinque ha saltato la scuola.

Il 71% di coloro che hanno risposto al sondaggio crede che il cyberbullismo si verifichi soprattutto sui social e circa il 32% crede che i governi dovrebbero essere responsabili di porre fine al cyberbullismo, il 31% ritiene che dovrebbero esserlo i giovani e il 29% ha risposto le società di internet.

I dati disponibili suggeriscono che le ragazze hanno maggiori probabilità di essere vittime di cyberbullismo rispetto ai ragazzi.

Si stima inoltre che gli studenti più grandi potrebbero essere maggiormente esposti al fenomeno rispetto a quelli più piccoli: i 15enni riportano una percentuale maggiore di cyberbullismo rispetto a quelli di 11 anni.

“Nel mondo, ogni 5 minuti muore un bambino a causa di violenza. Moltissimi altri convivono con le cicatrici causate da violenza fisica, sessuale e psicologica, che va dalle percosse al bullismo – spiega, in occasione del Safer Internet Day, Francesco Samengo, Presidente dell’Unicef Italia – In un mondo digitale, la violenza che i bambini affrontano nelle loro case, scuole e comunità è spesso amplificata da sms, foto, video, email, chat e social media. A differenza del bullismo esercitato di persona, il cyberbullismo può raggiungere la vittima dovunque, in qualsiasi momento, spesso lasciando il bambino bullizzato in uno stato di ansia costante”.

L’aumento del cyberbullismo riflette la rapida espansione dell’accesso dei bambini e dei giovani a internet. In sette Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata dal 7 al 12% tra il 2010 e il 2014. Secondo l’International Telecommunication Union (Itu), circa il 70% della popolazione giovane mondiale (15-24) era connessa nel 2017 (un numero in aumento rispetto al 36% degli under 25 nel 2011).

 

La legge italiana

La legge italiana contro il Bullismo e il Cyberbullismo è la L. 71/2017, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

Il testo normativo mira a combattere il bullismo sul web anche attraverso piani di prevenzione, educazione e informazione nei confronti tanto delle vittime quanto dei bulli.

L’obiettivo – recita l’articolo 1 della legge, è di «contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche».

L’articolo 2 (Tutela della dignità del minore) prevede che qualunque minore di più di 14 anni vittima di cyberbullismo (o i genitori e chi ne esercita la responsabilità) possa difendersi dalla diffusione di contenuti illeciti nel web richiedendo al gestore del sito internet o del social network l’oscuramento, il blocco o la rimozione dei contenuti illeciti pubblicati online.

Il gestore del sito entro 24 ore deve dare comunicazione di aver preso in carico la richiesta e deve rimuovere contenuti illeciti e dati personali della vittima entro 48 ore. Qualora ciò non avvenga, la vittima può rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, il quale dovrà provvedere entro quarantotto ore alla rimozione.

Inoltre, la normativa prevede anche una procedura di ammonimento, attuabile nel caso di illeciti su internet (commessi da minorenni di più di 14 anni nei confronti di altri minori) per i quali non sia ancora stata presentata querela o denuncia. In questo caso, il Questore è tenuto a convocare il colpevole insieme a un genitore e a registrare l’ammonimento.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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