Produttori acciaio cinesi: UE sospetta modifica materiale per evitare dazi antidumping

[vc_row css=”.vc_custom_1574787727601{padding: 7% !important;}”][vc_column][vc_column_text]BRUXELLES (Reuters) – La Commissione europea ha aperto un’inchiesta dopo aver scoperto che i produttori cinesi di acciaio stanno evitando i dazi antidumping modificando leggermente il materiale che esportano.

Nel febbraio 2018 l’Unione Europea ha fissato dazi compresi tra il 17,2% e il 27,9% per le importazioni dalla Cina di alcuni acciai resistenti alla corrosione per contrastare i prezzi ingiustamente bassi.

Tuttavia, la Commissione ha dichiarato martedì scorso che sta ora esaminando se i produttori cinesi hanno trovato un modo per evitarli.

L’UE svolge spesso indagini su casi di sospetta elusione. In alcuni casi, i prodotti provenienti da paesi come la Cina vengono spediti in un altro paese vicino e poi esportati come se il prodotto fosse stato fabbricato in quel paese.

Nel caso aperto martedì scorso, la Commissione ha dichiarato che i produttori cinesi hanno aumentato le esportazioni di acciaio resistente alla corrosione con rivestimenti petroliferi sottili o con un leggero aumento del tenore di carbonio, alluminio o titanio. Il prodotto che ne risultava era leggermente diverso e quindi non soggetto a dazi.

Ha affermato che non vi è alcuna giustificazione economica per la leggera modifica del prodotto a parte i dazi imposti nel 2018. Ha aggiunto che volumi significativi di questo tipo di acciaio entrano nell’UE a prezzi eccessivamente bassi.

Nell’inchiesta iniziale la Commissione aveva rilevato che la domanda di acciaio specifico nell’UE è aumentata del 25%, raggiungendo 9,3 milioni di tonnellate tra il 2013 e il periodo di 12 mesi fino al 30 settembre 2016.

Nello stesso periodo, il prezzo delle importazioni dalla Cina è sceso molto più nettamente rispetto al mercato più ampio e il loro volume è quasi raddoppiato, aumentando la loro quota di mercato dal 10% al 20%.

Il valore del mercato dell’UE era all’epoca di circa 4,6 miliardi di euro (5,1 miliardi di dollari) all’anno.

I dazi si applicano alle società appartenenti al gruppo cinese HBIS, compresa Hesteel Co Ltd, e a quelle dei gruppi Shagan e Shougang.

FONTE REUTERS[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Condividi l’articolo

Altri articoli

Dipartimenti