Decreto rilancio: le misure per le imprese

[vc_row css=”.vc_custom_1594712105466{padding: 7% !important;}”][vc_column][vc_column_text]Arriva il primo via libera al d.d.l. di conversione del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020 approdato in G.U. n. 128 del 19 maggio 2020). La parola passa ora al Senato la conversione in legge entro il 18 luglio.

Il decreto-legge introduce misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 al fine di dare sostegno alle imprese, alle famiglie, alla scuola, all’università, alla ricerca, al mondo della disabilità, al sistema sanitario, alle forze dell’ordine, al mondo dello sport, al turismo, al settore edilizio.

Le misure per le imprese

Il decreto introduce diverse misure “concrete e immediate” di sostegno alle imprese e agli altri operatori economici con partita IVA.

 

Contributi a fondo perduto

Viene confermato il contributo a fondo perduto per gli esercenti attività d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita IVA, con fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro. La misura del contributo varia in relazione al fatturato, con un valore minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Introdotti inoltre contributi a fondo perduto anche per sostenere l’industria del tessile, della moda e degli accessori a livello nazionale, con particolare riguardo alle startup che investono nel design e nella creazione, nonché di promuovere giovani talenti nel settore del tessile, nella moda e degli accessori che valorizzano prodotti del Made in Italy di alto contenuto artistico e creativo. Ancora, contributi a fondo perduto sono stati previsti in favore delle imprese dei settori ricreativi e dell’intrattenimento, nonché dell’organizzazione di feste e cerimonie.

Il credito d’imposta

Confermato il credito d’imposta per l’ammontare del canone di locazione di immobili a uso non abitativo, per i mesi di marzo, aprile e maggio, per alcuni soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro, che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi. Alle strutture alberghiere e agrituristiche spetterà indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente.
Il credito d’imposta è esteso alle imprese di commercio al dettaglio, a specifiche condizioni, e in alcuni casi viene eliminato il vincolo della diminuzione del fatturato o dei corrispettivi. E’stato chiarito che il credito d’imposta potrà essere ceduto al locatore in luogo del pagamento della corrispondente parte del canone, previo consenso del locatore.
Un credito d’imposta, ai soggetti esercenti attività d’impresa che operano nell’industria del tessile e della moda, del calzaturiero e della pelletteria (TMA), pari al 30% del valore delle rimanenze finali di magazzino che eccede la media del medesimo valore registrato nei tre periodi d’imposta precedenti a quello in corso al 10 marzo 2020.
Sono state inoltre incrementate di 30 milioni nel 2020 le risorse destinate al credito d’imposta per la partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali, che per il medesimo anno sono destinate anche alle spese sostenute per le manifestazioni disdette in ragione dell’emergenza epidemiologica.

Rafforzamento PMI

Sono diversi gli interventi finalizzato al rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie imprese.
Oltre al rifinanziamento per 3.950 milioni di euro per il 2020 del Fondo di garanzia per le PMI, sono previsti:
  • credito di imposta a fronte di investimenti in società italiane che hanno subito una riduzione dei ricavi;
  • credito d’imposta sulle perdite registrate nel 2020;
  • un fondo per il sostegno e rilancio del sistema economico produttivo italiano, denominato Fondo Patrimonio PMI finalizzato a sottoscrivere obbligazioni o titoli di debito di nuova emissione delle società di media dimensione, alle condizioni di legge.
E’ stato specificato che possono accedere al credito d’imposta su perdite registrate nel 2020 e al Fondo Patrimonio PMI anche le società in concordato preventivo con continuità aziendale ed è stata modificata la disciplina applicabile alla remunerazione dell’attività di gestione del fondo.
Il D.L. Rilancio incrementa anche il Fondo per le garanzie rilasciate da SACE ai sensi dell’articolo 1 del D.L. n. 23/2020, di 30.000 milioni di euro per l’anno 2020, di cui 1.700 milioni di euro destinati alla sezione speciale istituita dall’articolo 35, comma 5, per le garanzie rilasciate dalla stessa SACE a favore delle imprese di assicurazione del ramo credito.
Si prevedono inoltre molteplici interventi per il rafforzamento delle startup innovative, tra cui il rifinanziamento per l’anno 2020 della misura “Smart&Start Italia” e del Fondo di sostegno al venture capital e si riserva una quota pari a 200 milioni di euro delle risorse già assegnate al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, al rilascio delle garanzie in favore delle startup innovative e delle PMI innovative.

Smart working o lavoro agile

Previste disposizioni che disciplinano l’organizzazione del lavoro agile fino al 31 dicembre 2020. Per il settore privato, tale modalità di svolgimento dell’attività lavorativa potrà essere applicata dai datori di lavoro privati a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla normativa vigente. Ancora, si introduce un diritto allo svolgimento del lavoro in modalità agile in favore dei genitori di figli minori di anni 14, nonché, come precisato nel corso dell’esame alla Camera, dei lavoratori maggiormente esposti al rischio di contagio Covid-19.
Per il settore pubblico, fino al 31 dicembre 2020 le pubbliche amministrazioni organizzeranno il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, applicando il lavoro agile al 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità. Entro il 31 gennaio di ciascun anno, le PP.AA. elaborano il Piano organizzativo del lavoro agile prevedendo che almeno il 60% del personale possa avvalersi della modalità agile per lo svolgimento della prestazione lavorativa.

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